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Cosa mangiare in caso di anemia: gli alimenti più ricchi di ferro

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Cosa mangiare in caso di anemia: gli alimenti più ricchi di ferro

Il 26 novembre si celebra la Giornata della carenza di ferro, nata per aumentare la consapevolezza sull’importanza di tale macroelemento per l’organismo e sensibilizzare sugli effetti determinati da una sua carenza. Approfondiamo allora cosa si intende per anemia, quali alimenti contengono ferro e quali sono le opzioni di terapie mirate.

Che cos'è l'anemia?

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) col termine anemia – dal greco senza sangue - si intende una condizione in cui il numero di globuli rossi o la concentrazione di emoglobina al loro interno è inferiore al normale.

La cosiddetta anemia sideropenica, da carenza di ferro, è la forma più comune di anemia e rappresenta circa il 50% dei casi.

A soffrire maggiormente di questo disturbo sono le donne in età fertile, i bambini nella fase di sviluppo e gli anziani. L'OMS stima che il 40% dei bambini sotto i 4 anni, il 37% delle donne in gravidanza e il 30% delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni in tutto il mondo siano anemici. Si tratta pertanto di un problema di notevole rilevanza per l’impatto epidemiologico e sociale che questa condizione determina.

Tra le diverse cause possiamo citare mestruazioni abbondanti, gravidanza e parto, allattamento, fibromi, emorragie gastrointestinali, diete squilibrate o carenti e alcolismo.

La diagnosi avviene mediante una visita medica e un prelievo di sangue, dal semplice emocromo è possibile identificare il numero e la forma dei globuli rossi. In caso si sospetti una mancanza di ferro le analisi effettuabili possono essere anche la sideremia e la ferritina per comprendere l’entità dei depositi di ferro all’interno dell’organismo.

SIDEREMIA, FERRITINA ED EMOGLOBINA: CHE DIFFERENZA C’E’?

La sideremia è la misura della quantità di ferro presente nella parte liquida del sangue.

La ferritina, invece, è una proteina che lega il ferro e misura l’entità di riserve di ferro nell’organismo. La sua concentrazione nel sangue ci fornisce il quadro delle riserve di ferro presenti nell’organismo e stabilisce la presenza di eventuali patologie legate alla carenza - o eccesso - di ferro.

L’emoglobina è presente nei globuli rossi ed è deputata al trasporto di ossigeno nel sangue. L'emoglobina è fondamentale in quanto trasporta ossigeno nei tessuti; se si hanno pochi globuli rossi o anormali, o non abbastanza emoglobina, ci sarà una diminuzione della capacità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti del corpo.

SINTOMI DI ANEMIA

I sintomi più comuni sono stanchezza, tachicardia, affaticamento, vertigini, unghie fragili, perdita di capelli e, nei casi gravi, dispnea da sforzo e ischemie cardiache. Un deficit di ferro induce inoltre un colorito pallido e una stanchezza cronica.

Il medico potrà valutare se tali sintomi, seppur apparentemente scollegati fra loro, possono essere ricondotti ad uno stato di anemia ed effettuare una diagnosi accurata.

COSA MANGIARE PER EVITARE UNA CARENZA DI FERRO

ll ferro presente nell'organismo deriva dall'alimentazione che, se equilibrata, è in grado di assicurare il giusto apporto in equilibrio con le perdite che possono avvenire attraverso sudorazione, la desquamazione delle cellule intestinali, le mestruazioni e l'allattamento nelle donne e in minor misura anche con feci e urina.

In caso di anemia sideropenica potrebbe esserci alla base anche un diminuito assorbimento della vitamina B12, causata per esempio da una alimentazione inadeguata come in caso di diete molto restrittive o vegetariane e vegane seguite in modo poco equilibrato.

Al fine di ricostituire le scorte di ferro è necessario, infatti, prestare attenzione alla dieta che si sta seguendo, assumendo quegli alimenti in cui questo è elemento è maggiormente “biodisponibile”.

FERRO EME E FERRO NON EME

Il ferro eme, che si trova nella carne e in alcuni pesci (carni rosse magre, tacchino, pollo, pesci come tonno, merluzzo, salmone), è altamente assorbibile dall’intestino. Gli alimenti più ricchi sono:

  • fegato e frattaglie;
  • carni, in particolare quella di tacchino;
  • pesce;
  • tuorlo d'uovo.

Il ferro non eme, che si trova principalmente nei prodotti vegetali (cereali, legumi e verdure) è meno assorbibile. Gli alimenti più ricchi sono:

  • legumi;
  • funghi secchi;
  • frutta secca;
  • cereali integrali;
  • farina di soia;
  • verdure a foglia verde scuro.

Sebbene si tenda a pensare che una alimentazione con predominanza vegetale possa indurre carenza di ferro, è da sottolineare che i vegetali apportano ferro ma spesso anche vitamina C (acido ascorbico), che aumenta l'assorbimento del ferro non-eme da parte dell'organismo.

Acido folico e vitamina B12

L’acido folico e la vitamina B12 giocano un ruolo molto importante all’interno di una dieta equilibrata. I folati, infatti, oltre che per la sintesi delle proteine e del DNA sono implicati anche nella formazione dell’emoglobina. L’acido folico si può trovare nelle verdure a foglia verde, nel latte, in alcuni cereali e in alcuni frutti come gli agrumi e i kiwi.

Ferro e acido folico favoriscono inoltre la normale funzione del sistema immunitario e contribuiscono a ridurre la stanchezza.

Lo sapevi che...

Il fabbisogno quotidiano di un uomo adulto dovrebbe essere di 8 mg di ferro mentre per le donne con il ciclo mestruale sale a 18 mg.

COME ASSUMERE IL FERRO?

Il ferro si può assumere anche come terapia, che viene anche definita marziale. Oltre la dieta, infatti, esistono strategie terapeutiche che consentono di integrare il ferro e si basano sull’integrazione che può essere per via orale mediante compresse o film orodispersibili, oppure mediante terapie iniettive.

È importante consultare il medico e il farmacista per avere indicazioni sulle dosi.

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Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.
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