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Bambini e inappetenza: come combatterla?

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Bambini e inappetenza: come combatterla?

Le buone abitudini alimentari si apprendono già dalla nascita, non a caso gli studiosi affermano che l’alimentazione dei primi mille giorni di vita, inclusa quella gestazionale nel grembo materno, possa influenzare la crescita fisica e mentale dell’essere umano.

Mangiare sano si rivela, quindi, una scelta da fare con la consapevolezza che è per il nostro benessere generale e per quello dei nostri bambini.

I genitori svolgono un ruolo cruciale nella gestione dell’alimentazione dei bambini, affinché si consolidi una educazione alimentare al mangiare sano, equilibrato e soprattutto variegato.

Tuttavia, sorge spontanea la rimostranza che molti genitori fanno su queste considerazioni, valide nella teoria ma che si scontrano con realtà fatte di bambini inappetenti, dai gusti difficili o che rifiutano categoricamente alcuni alimenti ricchi di nutrienti importanti in virtù di altri che eccedono solo per zuccheri e grassi.

Del resto, non dimentichiamo che in Italia e nel mondo, il sovrappeso e l’obesità infantile sono sotto i riflettori per il massiccio aumento di casi; gli effetti secondari di questo fenomeno vanno dalla difficoltà di accrescimento degli organi interni fino allo sviluppo da adulti di patologie severe come il diabete.

Inappetenza nei bambini: vero o falso problema?

Tornando al tema dell’inappetenza – problematica che desta molta preoccupazione nei genitori - la prima valutazione da fare è capire se si tratta di un fenomeno transitorio, legato ad esempio ad un cambiamento: introduzione di un diverso regime alimentare, nascita di un fratellino o di una sorellina, trasloco, cambiamento di stagione ecc.

Se la fase perdura e diventa una riduzione persistente dell'appetito è bene rivolgersi al pediatra, una volta scongiurate altre problematiche o patologie, rassicurati sulla crescita regolare, si possono mettere in atto delle strategie che a volte risultano efficaci oppure semplicemente tenere a mente quali atteggiamenti andrebbero evitati.

Evitiamo gli scontri

È importante, ad esempio, evitare di caricare il momento del pasto con troppa tensione, potrebbe rivelarsi controproducente. Forzando a mangiare controvoglia può altresì innescare una sensazione di rifiuto e un cattivo rapporto col cibo.

Non cadere nella trappola di lasciare “che mangi quello che vuole, purché mangi”, rischieremmo squilibri nutrizionali e una diseducazione alimentare che il bambino si porterà anche dopo.

Buon esempio e focus sulle porzioni

È sempre una buona idea incoraggiare i bambini a provare differenti tipologie di cibo e a percepire la frutta e la verdura come parte integrante della nostra tavola. Un bimbo che avrà il buon esempio dei genitori vivrà in modo più naturale l’assunzione di frutta e verdura. È fondamentale che siano i genitori i primi ad adottare una dieta salutare, in modo che i bambini capiscano fin da piccoli che questa è la normalità.

Tuttavia, è bene ricordare, che in quanto a porzioni il bambino non è equiparabile all’adulto ma bisogna tener conto delle linee guida che stabiliscono le porzioni in base all’età.

Ad esempio, per un bambino di 4-5 anni le porzioni adeguate al suo fabbisogno sono, all’incirca:

50 grammi per la pasta, 40 gr grammi per il formaggio, 50 gr per la carne, 30 per il prosciutto, 15 gr per i legumi secchi e 50 gr per il pesce. A noi potrebbero sembrare grammature ridotte, e di conseguenza allarmarci per l’inappetenza dei bambini, mentre sono sufficienti per il loro accrescimento e per le loro esigenze. Non dimentichiamo, infine, che i bambini spesso si autoregolano.

Il cibo non è un premio

Non usate il cibo come premio o punizione e non fate al bambino la promessa di un premio affinché mangi un alimento che gradisce poco. Premiare con il dolce o la caramella l’aver mangiato il pesce rinforzerà la convinzione che la caramella è buona e il pesce no.

Giocare d’astuzia

A volte basta aggirare l’ostacolo, se per esempio il bambino ama la pasta e poco le verdure create dei condimenti con quest’ultimi, una crema di broccoli e parmigiano sarà forse più gradita dei broccoli bolliti!

La forma e l’impiattamento contano anche per i più piccoli, provare ad esempio con polpettine di legumi su un “fondo” colorato fatto con sugo al pomodoro potrebbe risultare più allettante. In generale, i piatti pieni di colori mettono allegria e denotano anche la presenza di nutrienti sani e preziosi.

Cucinare e mangiare insieme

Coinvolgere il bambino nella spesa, nella preparazione e poi condividere il momento del pasto in serenità sono tutti comportamenti che predispongono positivamente, soprattutto se il bambino viene incoraggiato all’autonomia, ad assaggiare, anche con le mani all’inizio, purché sperimenti e viva il momento del pasto come una scoperta e non come una forzatura.

Attenzione al “fuori pasto”

Consideriamo, inoltre, che come capita a tutti, l’appetito può variare, soprattutto se si è mangiato più del necessario. A volte non ci si rende conto che nell’arco della giornata si devono sommare tutti gli alimenti che il bambino ha assunto, merende eccessive, bevande gassate o continui piccoli snack danno sazietà e sarà naturale che al momento del pasto il bambino non arriverà con appetito.

Imparare a mangiare sano giocando: un patrimonio prezioso che servirà per tutta la vita

I bambini apprendono attraverso il gioco, provate a scaricare il nostro pdf con la piramide alimentare da colorare, disegnandola capiranno che frutta e verdura sono alla base di tutto, mentre alcuni alimenti, se pur non vanno demonizzati, vanno mangiati più raramente.

Scarica la Piramide Alimentare
Dott.ssa Claudia Brattini

Dott.ssa Claudia Brattini

All'esperienza di Farmacista ha affiancato quella della divulgazione scientifica nell'ambito della salute, approfondendo tematiche legate alla specializzazione in nutrizione e chimica degli alimenti. E' Giornalista e ha svolto un master di Comunicazione & Digital Marketing Sanitario, Giornalismo e Data Journalism.

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