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Bambini e sport: l'intervista all'esperto
“Se non puoi volare, allora corri, se non puoi correre, allora cammina, se non puoi camminare allora nuota, ma qualsiasi cosa tu faccia, inizia subito a muoverti!"
(Martin Luther King jr.)
Lo sport per i bambini rappresenta un aspetto davvero importante, per questo spesso nella scelta e nell’incentivare i più piccoli a praticarlo i genitori si trovano spesso di fronte a molti dubbi. Cerchiamo di chiarire con un esperto del settore, il Dott. Farinazzo, qual è l’approccio più giusto per sostenere e aiutare i nostri figli nella scelta dello sport più adatto a loro.
Sportivo (triatleta amatoriale, ex calciatore dilettante)
Laureato in fisioterapia dal 2007
Laureato in scienze motorie 2003
Gestore di palestra dal 2007
Gestore di centri estivi per bambini 3-12 anni dal 2007
Co-coordinatore di progetti finanziati dalla Regione E.R. per infanzia e primaria nella provincia di Bologna
[/et_pb_team_member>Quali effetti positivi può avere una quantità sufficiente di movimento per i bambini, e in che modo dovrebbero muoversi?
Gli effetti positivi del movimento sul bambino sono simili a quelli dell’adulto.
Per citarne alcuni: rilascio di endorfine, che agiscono positivamente sul sistema nervoso del bambino, sull’umore e sulla gestione delle emozioni; prevenzione di obesità e disturbi metabolici legati alla sedentarietà; prevenzione di paramorfismi e dismorfismi legati a scorrette posture protratte nel tempo, incremento della flessibilità, della coordinazione, della resistenza e della forza chiaramente in rapporto all’età.
In particolare, nel bambino c’è una forte componente neuro-cognitiva in cui la scoperta di nuovi schemi motori, la formazione di connessioni neuronali legate alle diverse esperienze motorie, l’apprendimento di nuovi gesti motori coordinati e complessi, genera un “vocabolario” motorio che gli sarà utile negli anni successivi.
È come se attraverso il movimento il bambino prendesse coscienza che ha un corpo, che ogni azione che compie genera una conseguenza fuori e dentro di sé, come una continua scoperta e presa di coscienza.
Il modo in cui dovrebbero muoversi è il più naturale possibile, replicando gli schemi motori primordiali dell’essere umano: gattonare, strisciare, arrampicare, saltare, correre, rotolare.
Tali movimenti sono da incentivare quotidianamente da parte del genitore, come “educazione al movimento”, di importanza pari all’ educazione alimentare.
Una proposta ludica adatta per far svolgere al bambino questi movimenti può essere quella di chiedergli di giocare ad imitare gli animali che conosce e perché no, giocare insieme a lui, oppure semplicemente incentivarlo a stare all’aria aperta e osservare come relaziona il corpo con amici e ambiente esterno.
A ogni fascia di età corrisponde una diversa modalità di movimento. La propedeutica in quale fascia età si colloca?
L’attività di base definita propedeutica a tutte le discipline sportive può essere considerata quella attività da praticare fino ai 7-8 anni e che ha come caratteristiche quella di essere proposta come gioco e divertimento, priva di dinamiche agonistiche e specializzazione del gesto motorio proprie degli sport scelti successivamente.
Tali attività dovrebbero agire sul corpo con lo svolgimento di movimenti simmetrici, globali, imparando un corretto uso della respirazione e sulla mente su obiettivi quali la coordinazione neuromotoria, la reattività, la propriocezione e sullo sviluppo di concentrazione e di autocontrollo.
Potremmo indicare tra le attività più adatte per questi obiettivi: ginnastica, atletica, nuoto e karate (arti marziali).
Da che età è giusto iniziare la disciplina e lo sport vero e proprio?
L’attività sportiva agonistica intesa come forma di specializzazione andrebbe iniziata dagli 8-12 anni a seconda della disciplina, per esempio:
- nuoto - 8 anni
- ginnastica - 8 anni
- calcio - 12 anni
- pallavolo - 10 anni
- pallacanestro - 10 anni
- atletica - 12 anni
- tennis - 10 anni
Come motivare i bambini al movimento? Un bambino non molto portato o poco dinamico come si può spingere al movimento?
L’essere umano è programmato alla sopravvivenza e al risparmio energetico. Quindi anche il bambino è sottoposto a questa legge della natura. Per sopravvivere e magiare non ha bisogno di effettuare troppi sforzi e necessita delle giuste ore di sonno.
Tuttavia, l’essere umano è anche attirato da situazioni che generano emozioni, le quali se sono riconosciute come positive possono diventare una abitudine, ricercata spontaneamente.
Purtroppo, la tecnologia offre stimoli pericolosamente attraenti sulla psiche del bambino con il rischio di creare dipendenza. Per questo bisogna far sì che il bambino si diverta con stimoli motori, che riconosca nel movimento un gioco, senza costrizioni e aspettative da parte del genitore.
Piuttosto, compito del genitore è permettere e favorire al bambino la possibilità di sperimentare, di conoscere, di esplorare, diverse proposte motorie, assecondandolo nella sua curiosità, chiedendo a lui cosa desidera fare.
Che ricaduta ha il movimento sull’apprendimento e il successo scolastico?
Un bambino che sta bene con sé stesso grazie ad una corretta alimentazione e una giusta dose di attività fisica giornaliera è un bambino avvantaggiato nell’apprendimento.
Consapevolezza e fiducia in sé stesso, maggiori connessioni neuronali legate alle esperienze motorie, più creatività, maggior capacità di concentrazione e attenzione, rispetto delle regole e del prossimo, sono solo alcuni degli aspetti positivi legati al movimento che si ripercuotono in tutte le aree di sviluppo cognitivo comportamentali del bambino.
Su quali caratteristiche del bambino ci si basa per consigliargli uno sport? Ad esempio, scegliere lo sport individuale o di squadra?
Il bambino dovrebbe poter scegliere da solo lo sport da praticare, senza condizionamenti. Purtroppo, spesso il genitore, per diverse ragioni (organizzazione del tempo, comodità, ambizioni personali, aspettative, ecc.) incalza o addirittura vincola il bambino ad una scelta. Altre volte è la presenza di amici a motivare la scelta del bambino, che magari non ha ancora una forte motivazione personale verso una pratica specifica.
Di grande utilità sarebbe disporre di proposte sportive variegate in orario scolastico, in modo che il bambino possa conoscere più discipline e sperimentare quali emozioni prova in tali pratiche.
Ad ogni modo la cosa importante è che il bambino si diverta in un ambiente sano, con educatori-allenatori preparati e competenti, capaci di osservare il bambino, ascoltarlo, riconoscerne eventuali punti di forza e debolezze, in modo da confrontarsi con i genitori per il bene del bambino e per un suo sviluppo psicofisico armonico e corretto.
Quanto è giusto che sia il bambino a scegliere e quanto invece va guidato?
Il mio parere è che il bambino vada guidato solo quando vi è una evidente necessità, un bisogno manifesto, legato a problematiche condivise con pediatra e/o insegnante.
Per esempio, ai bambini con disturbi alimentari in sovrappeso o obesi probabilmente sarà consigliato provvisoriamente uno sport in cui le articolazioni sono soggette a meno stress (nuoto), oppure a bambini con scoliosi potrebbe venir consigliato uno sport come la ginnastica o le arti marziali in cui si ricerca il controllo del corpo e una spiccata consapevolezza della postura corretta.
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