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Bologna sotto le feste: arte, gusto e benessere
Immergiti nell’atmosfera di Bologna sotto le Feste, passeggiando tra i mercatini di Natale, per le vie scintillanti con le luminarie natalizie; prenditi una cioccolata calda dopo una visita al museo e passa una rilassante serata alle terme.
Bologna. Evoluzione medioevale dall’antica Bononia romana, Bologna fu la terra degli Etruschi prima e dei Galli Boi, ma già in età Villanoviana ci sono tracce di insediamento. Lo sviluppo della città da insediamento romano a municipio di Roma iniziò con la via Emilia nel 187 A.C.
L’attuale centro di Bologna conserva il fascino del Medioevo con le sue strade torte e strette, punteggiate di botteghe. Il vero cuore dei mercati è il Quadrilatero, affascinante e ricco di storia, proprio tra le Due Torri e San Petronio.
Il trekking urbano può cominciare dalla storia
Da via Riva di Reno si delinea il percorso acquatico che definiva le vie degli scambi commerciali fatte di canali, tuttora presenti sotto la sede stradale. Per gli amanti del cinema, la Cineteca di Bologna è nell’ex Manifattura Tabacchi lungo la via.
Prima di voltare in Via Galliera, vale la visita la Chiesa di Santa Maria della Pioggia con “L’Adorazione della Vergine” di Agostino Carracci.
Con il naso all’insù, si possono ammirare palazzo Aldrovandi e palazzo Felicini. A destra e poi a sinistra, si entra in via Indipendenza e si cammina sotto ai portici fino a Piazza Maggiore.
Al Museo Medievale si esplora da vicino com’era la Bologna di oggi.
Le vestigia del tempo rimangono nelle Due Torri, superstiti delle centinaia che furono: la Garisenda e gli Asinelli pendono impassibili sulla piazza, a testimoniare il potere temporale delle due famiglie preminenti.
Lo skyline di Bologna, ai tempi di Dante, nulla aveva da invidiare alla New York dei giorni nostri. Ogni famiglia segnalava la sua presenza con una torre o una casa-torre, per difesa o per manifestazione di potere, creando il tessuto architettonico della città e il nome “Bologna la Turrita”.
Da qui, c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma è più bello perdersi e scoprire ogni architrave di Bologna la Dotta, a cominciare dall’Università Alma Mater, tra le più antiche d’Europa .
Bologna la Grassa. La cucina emiliana è ricca di storia e di sostanza.
È la tavola delle feste che riempie gli occhi e la pancia: il cibo in Emilia unisce generazioni, amici, colleghi e famiglie con le tagliatelle con il ragù e i tortellini, contesi nell’origine quanto la famosa Secchia.
Le lasagne e i cannelloni; la pasta imperiale e i passatelli che attraggono il passante dalle vetrine e invitano alla consumazione al veloce bistrot o per un pranzo più conviviale alla Trattoria. Nelle salumerie è possibile pasteggiare con i taglieri di salumi e formaggi per poi proseguire a curiosare tra i mercatini di Natale.
Non c’è che da sedersi e ordinare: tutto senza uscire dal Quadrilatero.
Attorno alla tavola, sono state scritte le più belle canzoni che hanno fatto la storia della musica, infatti Bologna, per le Feste 2018, ha illuminato via D’Azeglio con le parole de “L’Anno che Verrà” di Lucio Dalla.
Guccini, con Loriano Macchiavelli, ha creato una serie di gialli, ambientati sull’Appennino Bolognese, che ritraggono un mondo che non c’è più, ma si sente ancora nei ricordi.
alle terme con il treno e sui tratturi a piedi
Se la Vespa Special di Cesare Cremonini è più adatta alla Primavera dei Colli Bolognesi, così il treno può essere un valido mezzo di trasporto per trascorrere un weekend insolito sull’Appennino Bolognese.
La Ferrovia Porrettana è la porta verso la Toscana ed è stata teatro di intensi combattimenti durante la Seconda Guerra Mondiale, proprio per la sua importanza strategica.
La fermata a Porretta Terme è d’obbligo per un rigenerante momento di relax e godere dei benefici dell’acqua termale oltre che dei numerosi eventi previsti per le festività e per il capodanno nel territorio di Bologna.
Se, invece, sgranchire le gambe è una necessità, allora non mancano i percorsi naturalistici che si srotolano nella storia dei monti: strade di pellegrinaggio e commercio verso la Toscana, raccontano della povertà e dei pendolari dei mercati; di antichi mestieri e migrazioni.
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