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Come influisce l'acido folico sulla fertilità

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Come influisce l'acido folico sulla fertilità

La fertilità è un bene prezioso che va certamente salvaguardato ed è un tema che è sempre più centrale soprattutto per sensibilizzare i giovani e per parlare di prevenzione.

Fattori legati alla salute come alcol, fumo, sedentarietà, problemi di sovrappeso o al contrario sottopeso, possono rappresentare una discriminante nella ricerca di una gravidanza.

Ma quando possiamo parlare di infertilità? Per infertilità l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità - definisce l’assenza di concepimento dopo 12/24 mesi di rapporti mirati non protetti; si stima che in Italia le coppie che soffrono di infertilità raggiungano il 15%.

Il 22 settembre si celebra il Fertility day: Giornata nazionale dedicata all’informazione e formazione sulla fertilità umana, istituita con Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri.

LloydsFarmacia aderisce alla campagna di informazione dedicando un articolo a questo tema con un approfondimento con il prezioso contributo della biologa nutrizionista Dott.ssa Teresa Coviello sull’importanza della alimentazione e il ruolo dell’acido folico.

D: Dottoressa Coviello, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per il benessere psico-fisico della donna, ma ci spiega in che modo ne influenza anche la fertilità?

R: Prima ancora di parlare di alimentazione in senso stretto bisogna parlare di stile di vita, il quale nel suo complesso svolge un ruolo determinante per il benessere psico-fisico della donna e di conseguenza è un fattore determinante per la fertilità femminile. Numerosi fattori legati allo stile di vita concorrono a influenzare la fertilità. Tra questi i principali sono: l’indicatore di massa corporea (BMI) sia elevato sia troppo basso, la tipologia di dieta seguita (anche senza correlazione con il peso corporeo), l’abitudine al fumo e al consumo di alcol, l’uso di caffeina, lo sport eccessivo (in particolare l’agonismo) e la vita sedentaria, gli inquinanti ambientali che possono svolgere un ruolo come disregolatori endocrini soprattutto per le professioni a rischio e infine lo stress.

In base agli ultimi studi scientifici ed epidemiologici è stato visto come un’alimentazione bilanciata e sana sia un fattore che può concorrere ad aumentare le probabilità di concepimento, svolgendo un ruolo positivo sia per la fertilità maschile che femminile. In particolar modo l’alimentazione e lo stile di vita sono tra i primi fattori da correggere nei soggetti in stato di sovrappeso o obesità che hanno problematiche di infertilità con l’obiettivo primario di rientrare in una condizione di normopeso e, in secondo luogo, di migliorare la qualità nutrizionale degli alimenti scelti. Inoltre, l’alimentazione si lega alla fertilità non solo nel caso di soggetti in sovrappeso ma anche nel caso di soggetti sottopeso. Donne sottopeso a causa della ridotta presenza di tessuto adiposo sottocutaneo hanno problemi di ovulazione e disfunzioni del ciclo mestruale con conseguente compromissione dello stato di fertilità.

Volendo sintetizzare in pochi punti la “dieta per la fertilità” si basa essenzialmente su 5 pilastri:

  1. Raggiungimento e soprattutto mantenimento di un peso corporeo adeguato mediante diete non troppo restrittive, ma bilanciate ed equilibrate;
  2. Limitare il più possibile l’uso di caffeina (caffè, the e cioccolato) e alcolici;
  3. Garantire un corretto apporto di grassi “buoni”: in particolare l’olio extravergine d’oliva, la frutta secca, i semi oleosi;
  4. Garantire una ripartizione dei carboidrati nell’arco della giornata cercando di preferire piccole quantità di carboidrati frazionate in tutti i pasti in modo da avere una buona stabilità glico-insulinemica;
  5. Garantire un corretto apporto di proteine a seconda che la donna pratichi o meno attività fisica cercando di prediligere sempre la buona qualità delle fonti proteiche.
D: Si parla molto di Acido folico, quanto e perché è così importante assumerlo quando si pianifica una gravidanza?

R: L’acido folico (o vitamina B9) è fondamentale per la donna in gravidanza poiché questa vitamina è coinvolta nella sintesi di molecole fondamentali per la vita quali il DNA e molte proteine particolarmente importanti per le nuove cellule che andranno a formare l’embrione. Una carenza di acido folico e folati è, quindi, particolarmente rischiosa per la salute del nascituro in quanto aumenta il rischio di malformazioni fetali e di problematiche di natura cardiovascolare. La carenza di acido folico può, inoltre, provocare anche la nascita di bambini prematuri.

D: Come va assunto?

R: Poiché il nostro organismo non produce adeguate quantità di acido folico e folati, si rende necessaria l’integrazione per coprire il fabbisogno quotidiano che nella donna in gravidanza risulta aumentato rispetto alla popolazione normale. In particolare, il fabbisogno giornaliero di acido folico per la popolazione è di 0,2 mg/die. Tuttavia, a partire dal periodo peri-concezionale e poi per tutta la gravidanza è necessario un dosaggio aumentato in quanto il feto deve attingere alle riserve materne. Prima della gravidanza è necessario che la donna assuma 0,4 mg/die di acido folico a partire da almeno un mese prima rispetto a quando sta programmando la gravidanza. Durante la gravidanza il fabbisogno giornaliero è, invece, di 0,6 mg/die.

Oltre all’integrazione un’alimentazione ricca di frutta, verdura e legumi ad alto contenuto di folati è sempre consigliata e favorita seppur non sufficiente. L’acido folico si trova soprattutto nelle verdure a foglia verde (spinaci, lattuga, broccoli, asparagi, cavoli di Bruxelles), nel fegato, nel latte, in alcuni cereali e in alcuni frutti quali gli agrumi e i kiwi.

D: Sussiste qualche differenza nella dieta di una donna che sta intraprendendo un percorso di fecondazione assistita rispetto alla dieta che adotta una donna in cerca di una gravidanza?

R: Dagli studi scientifici attualmente disponibili la Dieta Mediterranea rappresenta il modello dietetico di riferimento per incrementare le possibilità di avere un bambino, sia naturalmente, sia nel caso in cui si faccia ricorso a trattamenti di fecondazione in vitro. Quindi non esiste una sostanziale differenza di regime nutrizionale tra la donna che intende intraprendere un percorso di concepimento naturale o medicalmente assistito. Quello che risulta fondamentale è, invece, seguire un’alimentazione sana ed equilibrata con particolare attenzione alla qualità dei cibi consumati, cercando di prediligere quanto più possibile la scelta di alimenti freschi, frutta e verdura fresca e di stagione, carni magre, pesce, legumi e cereali integrali per garantire all’organismo l’apporto di carboidrati, proteine, lipidi, vitamine, minerali e fibra.

Dott.ssa Claudia Brattini

Dott.ssa Claudia Brattini

All'esperienza di Farmacista ha affiancato quella della divulgazione scientifica nell'ambito della salute, approfondendo tematiche legate alla specializzazione in nutrizione e chimica degli alimenti. E' Giornalista e ha svolto un master di Comunicazione & Digital Marketing Sanitario, Giornalismo e Data Journalism.

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