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Mete di marzo - I gioielli di Vicenza

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Mete di marzo - I gioielli di Vicenza

Vicenza, gioiello di Palladio e di donne straordinarie.

Organizzando un weekend tra amiche, magari per la Festa della Donna, Vicenza è una meta da prendere in considerazione.

Facendo base in un hotel con spa termale, per prendersi cura di sé e rilassarsi, si parte all’esplorazione delle bellezze di Vicenza.

Il gioiello è la città stessa, scrigno dell’architettura di Andrea Palladio, nel ‘500 diventa magnifica residenza di illustri personalità: i salotti delle ville palladiane si riempiono di luce e idee e il passeggio nei giardini ricrea e risana.

In bicicletta

Si esce dalla città per raggiungere le ville palladiane: sono patrimonio UNESCO, così come il centro storico, Vicenza conta ben 23 monumenti.

Villa La Rotonda è un esempio dell’interpretazione della classicità vitruviana di Palladio: la serenità delle forme e del giardino incanta e stupisce.

Ripercorrendo con le amiche i passi di libere donne del ‘500 che discorrevano di poesia, letteratura e musica, precorrendo la modernità, prendendo ispirazione da Maddalena Campiglia, si pedala, respirando quanto di meglio la creatività ha donato al mondo.

Per le strette strade che tanto assomigliano alle calli di Venezia, il centro storico di Vicenza chiama la sosta per il pranzo, magari un baccalà alla vicentina con un bianco dei Colli Berici, per proseguire a riempirsi gli occhi e l’anima della vivace atmosfera.

a piedi in centro storico

Da Palazzo Chiericati per conoscere la vulcanica intraprendenza di Elisabetta Caminer Turra nell’editoria e nel teatro, per poi camminare fino alla Basilica Palladiana, dove perdersi nella luce delle gemme del Museo del Gioiello.

L’arte dei maestri orafi vicentini ha adornato, nei secoli, migliaia di signore, perché nessuna è immune dalla magia di un gioiello.

Quale sfilata di meravigliose dame e signori, idealmente, accompagna verso Piazza Matteotti!

Il gioco di prospettive e chiaroscuri deve esser stato impressionante allo spettatore della prima durante il Carnevale del 1585 e ancora oggi lascia a bocca aperta il Teatro Olimpico, che Palladio non vedrà terminato, primo esempio di teatro fisso.

Finita la rappresentazione, inizia il dopo teatro, sedute al caffè davanti ad uno spritz, portando con sé una filigrana di emozioni e riflessioni.

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