Salute e Benessere
Le allergie al polline arrivano in anticipo: prepara le difese!
Siamo ormai quasi arrivati in quel periodo dell’anno in cui starnuti e occhi che lacrimano la fanno da padrone: la primavera porta con sé la bella stagione, temperature miti, la rinascita della natura... ma anche l’allergia al polline.
Le allergie al polline liberato dalle piante presentano, infatti, una ben determinata stagionalità. Tra i pollini maggiormente coinvolti nelle reazioni allergiche vi sono ad esempio olivo, betulla, parietaria, ambrosia, cipresso e nocciolo.
In caso di allergia primaverile, conoscere in anticipo l’andamento delle pollinazioni e quali pollini cominceranno a circolare, dove e in che concentrazione, può aiutare a mettere in atto una serie di atteggiamenti preventivi. L’utilizzo del calendario dei pollini, ad esempio attraverso i Centri Nazionali di Aerobiologia o dalle Asl della propria regione, può essere di grande aiuto.
ALLERGIE al polline IN ANTICIPO
Negli ultimi anni, purtroppo, molti di questi pollini hanno cominciato a circolare con discreto anticipo rispetto al previsto, cogliendo impreparate molte persone. Sempre più spesso chi è affetto da allergia al polline lamenta infatti un anticipo dei sintomi tipici (rinite allergica, congiuntivite allergica, prurito al naso, al palato e agli occhi, tosse secca) in periodi antecedenti rispetto al passato.
Come potrebbe essere spiegato questo fenomeno?
In generale, secondo quanto riportato da uno studio del 2021 su PNAS (giornale dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti) riguardante 60 paesi in Nord America, negli ultimi 50 anni si è assistito ad un aumento della concentrazione pollinica del 21%, un anticipo della stagione pollinica di circa 20 giorni e un allungamento di 8 giorni. Secondo gli scienziati esisterebbe una correlazione tra i cambiamenti climatici in corso e questo fenomeno: infatti, l’aumento delle temperature massime e minime durante l’anno potrebbe contribuire all’estensione della durata della stagione pollinica e all’aumento della concentrazione di materiale allergenico in atmosfera.
Per quanto riguarda l’Europa, i dati non sono migliori. Già nel 2022 i dati ottenuti da Copernicus (Programma di Osservazione della Terra dell’Unione Europea) avevano mostrato un aumento dei livelli del polline di betulla in diverse zone d’Europa, combinato con una scarsa qualità dell’aria e aumento di CO2 in atmosfera. Condizioni, queste, che potrebbero esacerbare i sintomi di chi soffre di allergie. Si ritiene infatti che il fattore di influenza principale possa essere proprio l’incremento dei livelli di CO2, dovuto dall’uomo.
Lo sai che..
L’aumento di CO2 stimola la fotosintesi clorofilliana: le piante crescono di più e più velocemente e rilasciano un maggior quantitativo di pollini. L'ozono e il particolato, componenti dello smog, possono alterare il potenziale allergenico e infiammatorio del polline.
Esempi di fioritura anticipata
Per quanto riguarda le graminacee, che sono tra le specie più allergeniche in assoluto, in Europa si rileva un anticipo medio di 0.4-0.5 giorni all’anno. Altri esempi sono quelli del nocciolo e dell’ontano montano (betullacee) i quali, complici le temperature miti che si sono registrate quest’anno, hanno cominciato a fiorire già a inizio gennaio nel Nord Italia.
Tutto ciò avviene perché le piante sono estremamente sensibili ai parametri ambientali: ciò ha creato dei problemi nella fisiologia della fioritura delle piante stesse che dipendono dalla temperatura in maniera estremamente significativa, soprattutto alle nostre latitudini.
Le cause principali dell’anticipo e della maggiore estensione della stagione dei pollini sembrerebbero essere dunque il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico, che vanno ad agire in maniera diretta e indiretta sulle piante e sulla loro fisiologia riproduttiva.
Consigli Anti-allergia al polline
Vediamo insieme qualche consiglio utile per prevenire i sintomi da allergia al polline, che possono arrivare ad essere anche molto fastidiosi. Se, come abbiamo visto, i pollini tendono sempre di più ad anticipare la loro stagionalità, non facciamoci cogliere impreparati ricordando sempre che prevenire è meglio che curare!
- Consultare il calendario pollinico della propria zona: avere una buona conoscenza dell’andamento dei pollini aiuta infatti a ridurre significativamente i sintomi perché porta ad un migliore utilizzo delle terapie e delle strategie di prevenzione.
- Cercare di evitare di uscire durante o dopo un periodo di pioggia. L’umidità e il calore possono infatti aumentare la dispersione dei pollini.
- Limitare le uscite anche in giornate ventose o, se non lo si può evitare, coprire naso e bocca e riparare gli occhi indossando un paio di occhiali da sole (soprattutto in caso si esca in bici o in moto).
- Arieggiare brevemente gli ambienti, preferibilmente al mattino presto quando la concentrazione dei pollini è più ridotta.
- Al rientro a casa, fare la doccia e lavare i capelli in quanto proprio nei capelli può rimanere intrappolato un considerevole quantitativo di pollini, che possono poi essere inalati durante la notte. Lavare anche gli indumenti utilizzati perché possono trattenere anch’essi allergeni.
- Depurare al meglio l’organismo e controllare l’alimentazione: durante il periodo di pollinazione sono da evitare i cibi cosiddetti liberatori di istamina come fragole, molluschi, cioccolato, funghi e mandorle.
- Con l’ausilio del farmacista, si può ricorrere all’utilizzo di farmaci da banco, decongestionanti, antistaminici e corticosteroidi nasali. Nei casi più severi, seguire scrupolosamente le indicazioni del medico in merito alla prescrizione dei farmaci e informarlo se sopraggiungono sintomi come febbre sopra i 38° o scolo nasale verdastro.
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