Salute e Benessere
Vaiolo delle scimmie: cosa sappiamo
Il vaiolo delle scimmie – monkeypox - in questo periodo, purtroppo, è un tema salito alla ribalta delle cronache disseminando la paura di una nuova emergenza sanitaria.
Del resto, questa malattia è sbarcata anche in Italia lo scorso 20 maggio e il termine Vaiolo riporta alla memoria di molti una delle malattie più devastanti conosciute dall'umanità che ha causato milioni di morti prima di essere eradicata nel 1980.
Storicamente, l’eradicazione è avvenuta grazie al vaccino, efficace nel prevenire l'infezione da vaiolo nel 95% delle persone vaccinate. Grazie al lungo periodo di incubazione, infatti, la vaccinazione entro un periodo di quattro giorni dopo l'esposizione era efficace nel prevenire o attenuare la malattia clinica.
Nel 1967 l’Organizzazione mondiale della sanità iniziò un programma intensivo per l’eradicazione del vaiolo e riuscì a sancire l’ultimo caso isolato nel 1977 e, dopo controlli effettuati in tutto il mondo da una commissione di esperti nel dicembre del 1979, l’Oms ufficializzò finalmente l’eradicazione completa del vaiolo. In Italia, la vaccinazione è stata sospesa nel 1977, tuttavia, esistono vaccini di terza generazione ma disponibili per il personale di laboratorio che lavora a contatto con virus di tipo orthopox.
La vaccinazione contro il vaiolo ha dimostrato di essere protettiva contro il vaiolo delle scimmie nell’85% dei casi, tuttavia, in Italia il 60% della popolazione non è vaccinato in quanto nato dopo il 1977.
Cerchiamo di fare chiarezza su questa patologia: che cos’è il vaiolo delle scimmie?
Si tratta di un’infezione virale di tipo zoonotico, ovvero trasmessa dagli animali all’uomo e che è causata da un virus a Dna (Mpxv) appartenente alla stessa famiglia del vaiolo (Poxviridae).
È importante sottolineare che, a differenza dall’ agente patogeno del vaiolo, la malattia che provoca è in genere meno grave e anche la trasmissibilità è minore.
Questo virus fu scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958 ed è diffuso prevalentemente in Africa tra primati e piccoli roditori.
Come avviene il contagio
Nelle aree endemiche in Africa, la circolazione di Mpxv avviene attraverso il morso o altri contatti diretti tra animali infetti. Varie specie animali sono risultate suscettibili al virus del vaiolo delle scimmie, come scoiattoli, ratti del Gambia, ghiri e alcuni primati.
Nelle aree endemiche il virus è trasmesso all’uomo e si tratta di infezioni generalmente accidentali che avvengono attraverso un morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee di un animale infetto.
La trasmissione interumana avviene attraverso il contatto stretto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee di una persona infetta, nonché attraverso droplet - goccioline di saliva - in caso di contatto prolungato faccia a faccia. Inoltre, il virus può essere trasmesso per contatto diretto con i fluidi corporei di una persona infetta, il contatto di mucose o cute non intatta con lesioni aperte o con oggetti contaminati come gli indumenti. Nell’attuale focolaio sembra che la trasmissione sia avvenuta principalmente attraverso un contatto fisico di tipo sessuale.
Durante le epidemie umane di vaiolo delle scimmie, il contatto stretto con persone infette rappresenta il fattore di rischio maggiore per l'infezione. Gli operatori sanitari e i membri della stessa famiglia sono quindi a maggior rischio di infezione.
Caratteristiche cliniche
Il periodo di incubazione è compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. La malattia, come abbiamo detto, è spesso autolimitante e i sintomi si risolvono spontaneamente entro 2-4 settimane.
Tuttavia, il decorso può essere più grave in alcuni individui, come i bambini o le persone immunodepresse per altre condizioni di salute.
La malattia esordisce spesso con una combinazione di febbre, dolore muscolare, astenia e mal di testa. Solitamente, entro tre giorni dalla comparsa dei sintomi inizia un'eruzione sul corpo che tende a diffondersi rapidamente. Queste lesioni cutanee, da poche unità fino a raggiungere le centinaia, spesso si presentano come macule, poi si evolvono in papule, vescicole e pustole, infine in croste che cadono mettendo fine al periodo di contagiosità. Nell’attuale focolaio sono molto frequenti le lesioni genitali e le eruzioni possono colpire anche i palmi della mano e del piede.
Precauzioni
Le precauzioni includono il rigoroso rispetto dell'igiene delle mani, la manipolazione appropriata delle apparecchiature mediche contaminate, il bucato, i rifiuti e la pulizia e disinfezione delle superfici ambientali.
Si raccomanda l'isolamento tempestivo dei casi sospetti o confermati con ventilazione adeguata, bagno dedicato e personale. I dispositivi di protezione individuale (DPI) consigliati includono guanti, camice, mascherina FFP2 e protezione per gli occhi - occhiali o visiera.
È di fondamentale importanza il tracciamento dei contatti per poter identificare rapidamente nuovi casi, interrompere la trasmissione del virus e contenere l’epidemia. Questo permette, inoltre, di identificare precocemente e gestire eventuali contatti a rischio più elevato di sviluppare una malattia grave.
Oggi si registrano 1285 casi confermati in 28 paesi – fonte OMS - con una crescita esponenziale.
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